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Italiani sempre più connessi a internet ma con un occhio sulla privacy | AGI-Censis

26 Giugno 2018 17

Lo scandalo Cambridge Analytica ha profondamente modificato il rapporto che gli italiani hanno con internet: è, questo, ciò che emerge dallo studio “L’insostenibile leggerezza dell’essere digitale” presentato oggi durante le manifestazioni dell’Internet Day.

In presenza del Ministro del Lavoro Di Maio - che ha parlato anche della direttiva UE sul copyright e di internet gratuito per i meno abbienti - sono stati mostrati i risultati del rapporto AGI-Censis, da cui emerge come 7 italiani su 10 (il 69,6 per cento, per la precisione) non si fidino più di come i social network gestiscono i dati personali. Nonostante ciò, tuttavia, solo il 2,7 per cento degli internauti ha deciso di cancellare il proprio profilo su Facebook, mentre il 12,8 per cento ha modificato il comportamento sulla piattaforma social riducendo l’attività, il 21,6 per cento ha ammesso di essersi informato maggiormente sull’uso che fa l’azienda di Zuckerberg dei dati personali e il 14 per cento ha cambiato le condizioni sulla privacy nelle impostazioni.

“Per la prima volta emerge il fatto che i dati personali raccolti dalle piattaforme tecnologiche sono un valore che va tutelato; che la nostra identità digitale va protetta da attacchi hacker che possono creare seri danni; che molti iniziano a porsi il problema non più di essere connessi, e di esserlo sempre, ma di avere la capacità di staccarsi dalla rete ogni tanto per non restare vittime di una comunicazione fatta solo di notifiche istantanee”, spiega il Direttore di Agi Riccardo Luna. “Si intravedono insomma segnali di una età della responsabilità digitale, ovvero di un atteggiamento più maturo e consapevole verso quelli che sono i rischi della rete. Non ancora lo stesso si può dire sulle opportunità. Una volta definii la rete la più grande piattaforma della conoscenza che l’umanità abbia mai avuto. E per questo, la prima “arma di costruzione di massa”. Invece sembra che l’uso, ormai intensissimo, anche se ancora un italiano su tre resta fuori, della rete in Italia sia soprattutto riconducibile a due fattori: i social e le app di messaggistica. Insomma: parole, parole, parole. Ma se rinunciamo alle spiegazioni, agli approfondimenti, alla complessità dei problemi e delle soluzioni, se rinunciamo alla verità dei fatti sarà il nostro declino”.


A dare fastidio agli utenti italiani sono i comportamenti coperti dall’anonimato: tre su quattro vorrebbero che esistesse un metodo di identificazione tramite documento nella fase di iscrizione ad una piattaforma social. Si pensi che più della metà degli utenti sarebbe intenzionata ad abbandonare le piattaforme social qualora emergesse un uso scorretto dei dati personali.

La fiducia è maggiore invece per ciò che riguarda le banche (72,5 per cento) e i siti di e-commerce (62 per cento), nonostante sia in crescita la preoccupazione per gli attacchi informatici, che siano virus (41,9 per cento), phishing (22,2 per cento) o clonazioni (17,9 per cento).

Dal rapporto emerge anche il comportamento degli italiani in rete: il 73,4 per cento usa la rete prevalentemente per mandare messaggi tramite Messenger e WhatsApp. Il 63 per cento li invia al mattino, il 77,7 per cento la sera, il 61,7 per cento quando si è a letto. Metà dei giovani, poi, usa lo smartphone anche a tavola, percentuale che scende al 34,1 per cento se si considerano tutte le fasce di età. A proposito di “fasce”, sei sono quelle individuate per descrivere gli italiani in rete: internauti standard (51,1 per cento), social network addicted (14,3 per cento), iperconnessi (10,7 per cento), deboli (9 per cento), utenti di “vecchia scuola” che usano le funzionalità classiche (8,6 per cento) e global-nosocial (gli anti social network, 6,3 per cento).

Italiani “malati” di internet, dunque: tre su dieci hanno ammesso di aver già apportato modifiche al proprio comportamento per ridurre la dipendenza, e poco più del 60 per cento è consapevole di questo aspetto. Si pensi che internet è anche una delle principali cause di litigio tra le mura domestiche: 1 italiano su 10 discute in famiglia proprio per colpa della rete. E uno su tre usa - ancora - lo smartphone alla guida.

Un ultima curiosità: due internauti su tre dichiarano di essere pronti ad abbandonare le piattaforme social qualora queste venissero messe a pagamento.


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Commenti

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Quello che nessuno dice

Ma veramente è per legge

Los Endos

meno di 3/100 si sono cancellati

ci sono anche i genitori del pupo, che conversano allegramente via commenti alla foto, invece che parlarne di persona a casa a quattr'occhi

qandrav

quella è la categoria di persone più piet0sa che esiste

no scusa, non li considero nemmeno delle persone:)

quelli che mettono la foto dei propri neonati e poi la "censurano" con lo smiley sulla faccia, mi fanno morire più di tutti

qandrav

AHAHAHAHHAHAHAHAHAHHAHA

window10 ti ha battuto, ho appena spento un pc ed è comparso "L'arresto è in corso" (quindi dovrei avere le manette ai polsi ora)

qandrav

D'altronde cosa possiamo pretendere se anche siti di informazione come hdblog non fanno altro che celebrare fb/ig ad OGNI F0TTUT0 record? numero di utenti/num di "download" delle app ecc...

"2+2 non è così alla portata di tutti"
Sicuramente non alla portata di chi ha realizzato questa fantastica statistica proposta dall'articolo.
Si vede lontano un km che è pagata da fb solo per far credere che non c'è nessun problema "reale" e per far credere che la gente non è malata di fb ...

fabbro

"7 italiani su 10 (il 69,6 per cento, per la precisione) non si fidino più di come i social network gestiscono i dati personali. Nonostante ciò, tuttavia, solo il 2,7 per cento degli internauti ha deciso di cancellare il proprio profilo su Facebook."

"Si pensi che più della metà degli utenti sarebbe intenzionata ad abbandonare le piattaforme social qualora emergesse un uso scorretto dei dati personali."
qualquadro non cosa...7/10 non si fidano, meno di 3/10 si sono cancellati ma piu dei 5/10 si cancellerebbero se sapessero di uso improprio dei dati (che è gia successo!).
ergo piu di 2/10 italiani dicono cavolate.

questi articoli e queste ricerche partono da un errore di fondo, internet, il web i social e le app di messaggistica sono cose diverse, anche se per l'italiano medio sono la stessa cosa.
Mi piacerebbe sapere anche come hanno definito le fascie e cosa rappresentano.

la genialata dei 30 min di internet gratis la voglio incorniciare!!!

Giorgio

Forse le persone non hanno ancora capito le cose base, cioè che i miliardi l'amico MArk li fa perchè loro usano FB come i babbei con le pezze al C che frigano povertà e che al bar si lamentano di come mai i calciatori sono miliardari e si fanno l'abbonamento della squadra del cuore

Top Cat
Top Cat
sassi

io direi che il fattore da non sottovalutare è il rincogli0niment0... moltissimi postano foto e testi e poi stanno lì ad aspettare like e feedback e a me verrebbe solo da gridargli in un orecchio "MACHICA**OSENEFREGADELLATUAVITADIM**DA"; moltissimi perdono un sacco di tempo a girare a caso tra app inutili... ma non è colpa loro perché per tutto c'è una cavolo di app... ;)

Stereotipo stra usato, c'è gente che se ne sbatte il ca e chi è attento alla privacy... Distinguiamo bene le cose

Bestmark01

" 7 italiani su 10 (il 69,6 per cento, per la precisione) non si fidino più di come i social network gestiscono i dati personali". Dissero coloro che postano le foto e storie di ogni parte della loro giornata avendo anche il profilo non privato

qandrav

"come 7 italiani su 10 (il 69,6 per cento, per la precisione) non si fidino più di come i social network gestiscono i dati personali."

si si però poi continuano a scrivere i c4zzi propri in ogni dove

Fiore97

"solo il 2,7 per cento degli internauti ha deciso di cancellare il proprio profilo su Facebook"wow alla faccia qui sul blog che tutti dicevano di canellare il profilo facebook

Top Cat

C'è un fattore che tutti sottovalutano.
L'affaticamento visivo e sono serio, serissimo.

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