Il rapporto 2016 della International Telecommunication Union, Measuring the Information Society Report, consente di tracciare annualmente l'evoluzione della 'Società dell'Informazione' e tra i molteplici parametri non manca quello che permette di fare il punto sulla diffusione delle reti mobile a banda larga - ovvero di quelle che offrono una connettività 3G e 4G.

Il nuovo report dell'ente che opera in seno alle Nazioni Unite, si apre con un dato rilevante: le connessioni mobile a banda larga coprono l'84% della popolazione mondiale, percentuale che scende al 67% restringendo l'ambito di osservazione alle aree rurali. Solo la metà della popolazione mondiale può però accedere alle reti di tipo LTE o ancor più veloci.

Circa 3,9 miliardi di persone, quindi, non sono online. In percentuale, le categorie di utenti meno propensi a connettersi alla rete coincidono con donne, anziani, utenti meno istruiti, con redditi bassi o che vivono in zone rurali. Ulteriori ostacoli alla possibilità di instaurare un collegamento con la rete sono rappresentati dai prezzi elevati e dalla scarsa qualità dei servizi offerti dai provider.

Gli utenti con un più elevato grado di istruzione e di reddito sono maggiormente propensi ad utilizzare servizi internet avanzati, come l'e-commerce, i servizi finanziari e quelli che consentono di interagire direttamente con la pubblica amministrazione. Gli utenti meno istruiti e con un basso reddito sono più inclini ad utilizzare la Rete per fini di comunicazione e di intrattenimento.

Il rapporto evidenzia, inoltre, che molte nazioni in via di sviluppo identificano la connessione internet come una risorsa indispensabile, al pari di altri generi di prima necessità come il cibo, la casa, i trasporti ed il vestiario. Il rapporto completo dell'International Telecommunication Union può essere consultato nella sua interezza collegandosi a questo indirizzo.