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ZTE, le sanzioni imposte dagli USA costano il taglio di 3000 posti di lavoro

06 Gennaio 2017 10

Secondo quanto riportato da Reuters, ZTE avrebbe avviato un processo di ridimensionamento che prevede il taglio di 3000 posti di lavoro, 600 dei quali all’interno del business degli smartphone.

L’azienda cinese sarebbe dunque pronta a rinunciare in un colpo solo al 5% dell’intera forza lavoro, pari a circa 60 mila lavoratori a livello globale. A subirne le conseguenze sarebbero in particolare gli stabilimenti cinesi, in cui i licenziamenti sarebbero pari al 20% del personale e verrebbero completati entro la fine del primo trimestre dell’anno.

In più, secondo quanto rivelato da un manager che ha preferito rimanere anonimo, alcuni dipendenti sarebbero stati allontanati in quanto rei di aver fatto domanda di lavoro presso la rivale Huawei, venendo definiti dal management di ZTE “fattori instabili” all'interno dell’azienda.

La causa principale della riduzione del personale sarebbe da ricercare nelle difficoltà economiche che sta attraversando l’azienda cinese negli Stati Uniti, colpita a marzo 2016 da una sanzione emessa dallo US Commerce Department, di fatto però non ancora del tutto attuata.

ZTE è stata accusata di non rispettare l’embargo nei confronti dell’Iran, e per questo motivo l’Organo governativo avrebbe imposto alle aziende americane il divieto di fornire componenti al produttore di smartphone. Tra queste sono da citare Qualcomm, Microsoft e Intel, i cui prodotti sono pari a un terzo dei componenti presenti all’interno dei dispositivi ZTE.

Già lo scorso anno le vendite del produttore cinese erano calate del 36,5% su base annua (dati IDC), e la decisione di tagliare parte della forza lavoro attualmente impiegata su scala globale non fa che rendere ancor più critica la situazione.

Lo stesso Chairman di ZTE Zhao Xianming (immagine in alto) ha affermato nel corso del discorso di inizio anno che l’azienda sta attraversando la più grave crisi mai registrata nei suoi 31 anni di storia, promettendo la creazione di audit interni e la razionalizzazione della struttura aziendale, puntando nel contempo verso il taglio dei business non ritenuti profittevoli.


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Commenti

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JeanJack

Il debito americano è in mano cinese...io fossi in Trump ci andrei leggero...se chiedessero i soldi che gli spettano...l'america fallirebbe in due giorni.

Porco Zio

A quando l'embargo verso gli USA per lo schifo che fa al mondo?

Antonio Guacci

I Nubia si sono scissi da ZTE a giugno 2015, con la formazione della Nubian Technology Co. LTD.

Se anche loro non rispettano l'embargo verso l'Iran, potranno essere sanzionati in maniera analoga; se invece lo rispettano, non vedo perché debbano risentirne.

Desmond Hume

Immagino ne risentiranno anche i Nubia di questa cosa...

Danny #Mainagioia

Certo che fa bene.

nutci

Quando a Obama gli parte l'embolo della sanzione sono cazzi per tutti!

Maxhd2

E aspetta che arrivi trump... ho il timore che ne verrà fuori una guerra di sanzioni visto che la Cina rallenta ma ha parecchi capitali in USA, non mi apetto niente di buono

caxio

come sono liberali gli USA quando si parla delle loro aziende all'estero, mentre quelle straniere come metttono piede in casa loro le fanno a pezzi. Libero mercato a senzo unico.

mds

zte, leeco... sembra che tutte queste aziende cinesi appena escono dai confini asiatici comincino a cadere come mosche :|
A questo punto fa bene xiaomi a prendersi tutti il tempo e pianificare la cosa nei minimi dettagli...

PeperonataAssassina

Brutta situazione...

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