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Google acquista la Titan Aerospace, droni router a fianco del Project Loon

15 Aprile 2014 2

Settimana di compere per Google, dopo aver puntato sulla startup Savioke impegnata nella robotica lo sguardo è stato rivolto alla Titan Aerospace, inizialmente data a colloqui con Facebook. La partnership, o meglio, l'acquisizione di questa società è avvenuta infatti da chi non ci si aspettava: lo scorso mese svariate fonti accreditate avevano assicurato che Mark Zuckerberg stesse seriamente valutando i droni Solara della Titan per portare connettività laddove necessario solcando la tropsfera (a 20 km di altezza).

Questi velivoli ultraleggeri rappresentano una vera opportunità la copertura di rete in zone disagiate, ma la major interessata è la stessa che da un anno circa sta lavorando sui palloni aerostatici comandabili e capaci di sfruttare i venti per gli spostamenti orizzontali. Google diviene in questo modo l'unico vero attore sulla scena della connettività alternativa, con la flotta di droni della Titan Aerospace e il Project Loon immaginiamo un obiettivo condiviso, ma nulla toglie che la casa di Mountain View voglia testare entrambe le soluzioni per valutarne impatti ed efficienze.

A completare il quadro abbiamo la Makani, piccola azienda già nel portfolio di bigG dallo scorso anno e specializzata nello sviluppo di turbine per il volo. Queso il messaggio presente sul sito della Titan Aerospace:

Titan Aerospace e Google condividono un profondo ottimismo circa il potenziale che ha la tecnologia per migliorare il mondo. Ancora è presto, ma i satelliti atmosferici potranno aiutare a portare internet a milioni di persone, e aiutare a risolvere problemi, includendo gli aiuti nei disastri e danni all'ambiente come la deforestazione.

Lecito pensare ad un sistema integrato che, a differenze altezze e con svariate velocità operative, riesca a colmare i limiti di uno o dell'altro sistema. I droni della Titan garantiscono operatività per ben 5 anni senza alcun bisogno di atterraggio e manutenzione, nonostante le dimensioni (160kg circa in tutto) i Solara 50 e 60 riescono infatti a raccogliere tutta l'energia necessaria dai pannelli fotovoltaici. Soggetti ad un deterioramento più rapido invece i palloni del Project Loon, limitati alle velocità dei venti che li trasportano.

Il centro operativo verrà mantenuto nel New Mexico e la leadership rimarrà a suo posto, come di consueto in questi casi, cambieranno di certo gli obiettivi finali e i possibili acquirenti. Facebook non viene tuttavia tagliata fuori da questo settore come ipotizzabile, il social potrebbe infatti sviluppare i propri droni sfruttando la neoacquisita (in Marzo) Ascenta, una rivale della Titan con base del Regno Unito e adesso al servizio di Zuckerberg.

Permangono i dubbi sulle restrizioni al volo dovute alle ferree regole della FAA in tema di droni, l'ente regolatore che ha però in piano una piccola rivoluzione per il 2015, d'altronde colossi come Amazong, Google, UPS e Facebook stanno investendo milioni sui droni e non si disturberebbero più di tanto se non sapessero già in quale direzione andranno le nuove regole.

via | grazie a tutti per le segnalazioni


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Commenti

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zdnko

"Permangono i dubbi sulle restrizioni al volo dovute alle ferree regole della FAA in tema di droni"
Se intendono usarli come i palloni del Project Loon per coprire le zone disagiate probabilmente queste non saranno negli usa quindi della faa possono fregarsene

Maurizio Mugelli

google e facebook continuano a farsi i dispetti...

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